Famiglia

Traffico d’organi. Le prove. Quei bambini nelle mani degli orchi

Negli ultimi anni si sono moltiplicate le denunce sul traffico di organi prelevati a minori dei Paesi poveri.

di Silvia Vicchi

Lo scrisse un anno e mezzo fa il Jornal do Brasil: l?articolo si intitolava Esseri umani in vendita e denunciava che dei 4mila bambini ?adottati? irregolarmente da coppie italiane negli ultimi dodici anni, solo mille erano ancora vivi, ipotizzando un commercio di organi per i trapianti di ricchi occidentali. Nessuno smentì. Anzi: alla denuncia si aggiunsero i numeri: sette miliardi di dollari e un mercato di pezzi di ricambio per corpi malati, che coinvolgerebbe circa due milioni di donne e bambini dei Paesi poveri.
Lo disse Kofi Annan, segretario generale dell?Onu, al Vertice mondiale dei bambini, tenutosi nel 2002 a New York: “Abbiamo vergognosamente fallito nel nostro scopo di proteggere i diritti essenziali dei bambini, perché ogni anno nel mondo 700mila minori finiscono nelle mani di trafficanti di carne umana”. Lo confermò l?Unicef, nel Rapporto sulla condizione dell?infanzia del 2002, parlando tra l?altro del nostro Paese come di un crocevia del turpe traffico: “Negli ultimi otto anni, 4mila bambini albanesi, anche neonati, sono stati venduti nei Paesi occidentali, soprattutto in Grecia e in Italia”. Acqua passata? Denunce datate e generiche? Niente affatto. Il film dell?orrore è in prima visione: sabato 7 febbraio le suore missionarie Serve di Maria, dell?orfanotrofio di Nampula, in Mozambico, hanno denunciato che 80 bambini sono stati rapiti, uccisi e sezionati per rubare loro gli organi. Le religiose hanno le foto dei cadaverini mutilati e ora, minacciate e terrorizzate, lanciano un appello affinché si faccia qualcosa.
La tratta di bambini è un commercio internazionale che non può essere combattuto con strumenti locali o nazionali. Per questo, l?argomento sarà al centro del congresso internazionale dell?Associa-zione mondiale di diritto penale, previsto quest?anno a Pechino. E intanto in Europa, il presidente dell?Ue, Romano Prodi ha visitato recentemente Child Focus, centro europeo capofila per l?aiuto ai bambini scomparsi e sessualmente abusati, in rete con la Federazione mondiale avente sede a Washington. Nell?incontro col presidente di Child Focus, Daniel Cardon, si è deciso un Piano Marshall di finanziamenti per sostenere il network, di cui fa parte, unica in Italia, anche l?associazione Aurora.
Ma di fronte al dramma di tanti bambini indifesi, il nostro Paese cosa fa? Il presidente della Camera, Pierferdinando Casini, ha concesso un anno fa ad Aurora l?alto patrocinio per aprire un Centro di riferimento in Italia, con sede a Bologna. Ma a distanza di un anno, tutto tace. “Noi siamo pronti”, precisa Serena Frascaroli, presidente di Aurora, “ma impossibilitati a operare, perché in dodici mesi il Comune non ha ancora deliberato l?apertura del Centro e a stanziare fondi idonei. Eppure proprio l?Italia è Paese di transito e di arrivo di centinaia di minori soli, vittime della tratta. Chiediamo una forte volontà politica: solo così la pedofilia e il traffico d?organi, che godono ancora di protezione nelle alte sfere, potranno essere vinti”. Risponde Enzo Raisi, assessore alle Attività produttive del Comune di Bologna: “È vero, siamo in ritardo sui tempi, ma posso dire che ogni difficoltà è ormai risolta, nelle prossime settimane ci sarà un?accelerata e il Centro aprirà prestissimo. Garantisco un impegno politico ed economico molto forte su questo progetto”.
“Speriamo”, dice padre Benito Fusco, referente italiano della missione mozambicana che ha denunciato il traffico di bambini per i trapianti di organi, “un riferimento di questo tipo è importantissimo per ogni comunità, come interlocutore in una battaglia di civiltà”.

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